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Le rubriche valutative sono strumenti essenziali per guidare gli studenti verso il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. Nel contesto della religione cattolica, una rubrica ben costruita permette di valutare sia la comprensione dei contenuti religiosi che l’integrazione di valori e comportamenti coerenti con il messaggio evangelico.
Le rubriche valutative per una Unità Didattica di Apprendimento (UDA) di religione cattolica nella scuola primaria devono essere strutturate in modo chiaro, semplice e adatto all’età degli alunni. Gli indicatori devono valutare dimensioni non eccessivamente complesse e devono essere coerenti con il livello di sviluppo cognitivo e affettivo dei bambini.
1. Utilizzare un Linguaggio Semplice e Comprensibile
Chiarezza del linguaggio: È essenziale evitare termini troppo tecnici o complessi, prediligendo parole e frasi che rispecchiano comportamenti che i bambini possono effettivamente esibire. Il linguaggio deve essere accessibile e non ambiguo, per garantire che gli studenti comprendano cosa viene valutato.
Positività dei descrittori: Esprimi i descrittori in termini positivi, concentrandoti su ciò che l’alunno è in grado di fare. In parole semplici, usa frasi che mettono in luce ciò che lo studente sa fare, piuttosto che concentrarsi su ciò che non fa. Ad esempio, invece di dire “l’alunno non partecipa all’attività di gruppo”, è più utile affermare “l’alunno partecipa all’attività di gruppo occasionalmente se sollecitato dall’insegnante”. Questo approccio promuove una visione incoraggiante del progresso dell’alunno.
2. Allineamento con gli Obiettivi di Apprendimento
Coerenza: Gli indicatori di valutazione devono essere direttamente collegati agli obiettivi di apprendimento e alle competenze che la UDA intende sviluppare. Ad esempio, se un obiettivo è “esprimere riflessioni personali sui valori religiosi”, gli indicatori dovranno misurare la capacità dell’alunno di esprimere tali riflessioni in maniera autonoma.
Riferimenti Normativi: È importante che i descrittori di valutazione si rifacciano alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo e ai Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze specifici per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). Questi riferimenti assicurano che la valutazione sia in linea con i parametri stabiliti a livello nazionale.
3. Definire Indicatori Osservabili e Specifici
Indicatori chiari: Gli indicatori devono descrivere comportamenti o abilità che possono essere osservati durante le attività didattiche. Questo è particolarmente importante quando si valutano competenze trasversali come la collaborazione, la riflessione personale o la creatività.
Specificità: Evita descrizioni generiche e fornisci dettagli specifici su cosa stai valutando. Ad esempio, al posto di un vago “l’alunno capisce la lezione”, puoi utilizzare “l’alunno racconta con parole proprie la storia di Mosè” o “l’alunno esprime riflessioni personali sul concetto di libertà”.
Esempi di indicatori:
- Comprensione dei contenuti: “L’alunno comprende l’importanza del perdono attraverso l’analisi della parabola del Figliol Prodigo”.
- Riflessione personale: “L’alunno esprime i propri pensieri sul concetto di libertà.”
- Collaborazione: “L’alunno lavora bene in gruppo, rispettando i turni di parola.”
- Creatività: “L’alunno realizza un disegno che rappresenta il percorso di Mosè.”
4. Aggiungere una Sezione Dedicata all’Autovalutazione
L’autovalutazione è uno strumento prezioso che permette agli studenti di riflettere sul loro processo di apprendimento e sui propri progressi. Nella scuola primaria, l’autovalutazione aiuta a sviluppare la consapevolezza di sé e la capacità di valutare criticamente il proprio lavoro.
Come introdurla: Gli studenti potrebbero completare brevi questionari o checklist a fine attività, rispondendo a domande come:
- “Ho compreso la storia di Mosè?”
- “Mi sono sentito/a parte del gruppo durante le attività?”
- “Ho contribuito con idee originali?”
Inoltre, potrebbero utilizzare diari di riflessione per descrivere le loro sensazioni o difficoltà incontrate durante le attività. Per gli studenti più piccoli, si potrebbero usare schede visive con simboli che rappresentano diversi livelli di soddisfazione o comprensione, rendendo più semplice per loro esprimere le proprie valutazioni.
L’autovalutazione non solo promuove la responsabilità personale, ma fornisce anche agli insegnanti un feedback prezioso per personalizzare ulteriormente l’insegnamento.
Ecco un esempio di tabella di autovalutazione strutturata
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5. Stabilire Livelli di Prestazione Graduati e Coerenti
Per rendere efficace la valutazione, è importante utilizzare una scala con livelli di prestazione progressivi. I livelli suggeriti sono: Sufficiente, Buono, Distinto e Ottimo. Tuttavia, è cruciale che questi livelli siano coerenti tra loro per ogni indicatore, evitando discrepanze.
Ecco un esempio:
- Sufficiente: Prestazione minima, con supporto.
- Comprensione dei contenuti: “L’alunno comprende con aiuto la storia di Mosè.”
- Collaborazione: “L’alunno partecipa poco alle attività di gruppo.”
- Creatività: “Realizza un disegno con aiuto significativo.”
- Buono: Prestazione adeguata, con qualche errore o difficoltà.
- Comprensione dei contenuti: “L’alunno racconta parti della storia con qualche errore.”
- Collaborazione: “L’alunno collabora se incoraggiato.”
- Creatività: “Realizza prodotti semplici con qualche supporto.”
- Distinto: Prestazione autonoma e accurata.
- Comprensione dei contenuti: “L’alunno racconta correttamente la storia con parole proprie.”
- Collaborazione: “L’alunno collabora attivamente rispettando i compagni.”
- Creatività: “Realizza autonomamente prodotti creativi e pertinenti.”
- Ottimo: Prestazione eccellente, con elementi di originalità.
- Comprensione dei contenuti: “L’alunno racconta in modo dettagliato e personale la storia.”
- Collaborazione: “L’alunno facilita la collaborazione tra i compagni.”
- Creatività: “Realizza prodotti originali, arricchendo il lavoro di gruppo.”
Questa struttura garantisce che ogni livello di prestazione sia chiaramente definito e coerente tra i diversi indicatori, facilitando la valutazione sia per l’insegnante sia per l’alunno.
6. Non Solo IRC: Focus anche sulle Competenze Trasversali
Oltre alle competenze specifiche dell’IRC, le rubriche valutative devono dare spazio anche alle competenze trasversali, come i valori di accoglienza, solidarietà e pace, e la capacità di lavorare in gruppo. Valutare queste competenze consente di monitorare la crescita degli studenti anche in ambiti non strettamente legati ai contenuti religiosi, ma fondamentali per la loro formazione integrale. Per reperire le fonti dove attingere queste competenze, fai riferimento al mio articolo Progettare un’UDA per il concorso IRC 2024: qui ti spiego tutti i passaggi per estrapolare gli obiettivi coerenti con la tua progettazione.
Per orientarti nella valutazione delle competenze trasversali, osserva come gli studenti si comportano durante i lavori di gruppo o nelle discussioni: dimostrano rispetto per le opinioni altrui? Contribuiscono in modo positivo? Promuovono un ambiente inclusivo?
Due esempi di rubriche valutative
Di seguito due rubriche valutative estratte dal mio libro UDA IRC Scuola primaria: Format ragionato + 5 UDA sviluppate + FORMAT MODIFICABILE SCARICABILE
La rubrica di processo è uno strumento di valutazione delle evidenze delle competenze (ovvero la competenza “agita in situazione”) e degli altri obiettivi ad esse collegati. Pertanto, essa si configura come strumento valutativo in itinere (valutazione formativa).
Gli indicatori si costruiscono rielaborando le evidenze corrispondenti alle competenze che emergono durante le fasi dell’UDA (processo). Ad esempio, se decidi di progettare competenze di collaborazione in gruppo e fasi di lavoro cooperativo o con brainstorming, gli indicatori riporteranno diciture simili a queste:
·Interagisce nella discussione di gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie idee e quelle degli altri;
·Riflette sulle proprie esperienze e su quelle degli altri, comprendendone la complessità.
I livelli sufficiente, discreto, buono, ottimo possono anche essere espressi con iniziale, base, intermedio, avanzato. Essi si costruiscono graduando, mediante aggettivi che esprimono un “crescendo”, l’attività principale espressa dall’indicatore.
Ad esempio, se l’indicatore è Interagisce nella discussione di gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie idee e quelle degli altri, il livello sufficiente sarà: Interagisce solo se sollecitato/a, esprime solo le proprie idee e talvolta considera le idee altrui altri; il livello buono, invece, sarà: interagisce attivamente, comprende e valorizza sia le proprie idee che quelle altrui.
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Sebbene graficamente simile alla rubrica di processo, la rubrica di prodotto rappresenta l’esito finale, ovvero la valutazione sommativa alla fine del percorso. Essa si focalizza sulla qualità del prodotto/compito finale, integrando anche le evidenze delle ultime attività che hanno condotto alla conclusione dello stesso.
Gli indicatori vertono sulla qualità e correttezza del prodotto/compito, sia dal punto di vista formale che contenutistico. Inoltre, se per concludere il prodotto gli alunni hanno lavorato in gruppo, è chiaro che tra gli indicatori devono essere presenti riferimenti chiari e valutabili sulle capacità di cooperazione. Es.: se il prodotto è una produzione grafica con relative didascalie, gli indicatori dovranno saranno di questa tipologia: Rispetto della consegna, correttezza formale delle didascalie, tratteggio del disegno e distribuzione del colore.
Per i livelli, vale lo stesso discorso fatto per la rubrica di prodotto. Il trucco sta sempre nell’individuare aggettivi che “graduano” l’attività principale dell’indicatore.
Di seguito un esempio di rubrica di prodotto semplificata calibrata su una UDA di scuola primaria.
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In conclusione, una rubrica valutativa ben strutturata non solo favorisce una valutazione obiettiva, ma incoraggia anche lo sviluppo di competenze valoriali che sono fondamentali nel percorso di crescita degli studenti. L’obiettivo non è solo valutare ciò che sanno, ma anche come lo mettono in pratica nella loro vita quotidiana.
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