
L’accomodamento ragionevole rappresenta una delle più significative innovazioni introdotte nella normativa scolastica in materia inclusione scolastica, e deriva direttamente dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD, 2006). La CRPD (art. 2) definisce l’accomodamento ragionevole come:
“le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o indebito, ove ve ne sia necessità in un caso particolare, per garantire alle persone con disabilità il godimento o l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.” (Legge 3 marzo 2009, n. 18)
Quando è stato recepito in Italia
Nel contesto scolastico italiano, il concetto è stato introdotto attraverso specifiche modifiche alla Legge 104/1992, apportate dal Decreto Legislativo 66/2017 e ulteriormente affinate dal Decreto Legislativo 96/2019 e dal Decreto Interministeriale 182/2020. In particolare, queste normative definiscono in modo dettagliato gli accomodamenti ragionevoli e prevedono che tali misure vengano inserite nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), al fine di garantire un’inclusione scolastica efficace.
Esempi di accomodamento ragionevole
Dal punto di vista operativo, l’accomodamento ragionevole può tradursi in una serie di interventi concreti e mirati, pensati per rispondere alle esigenze individuali di chi vive una particolare condizione di disabilità. Ad esempio, per uno studente con difficoltà motorie, la scuola può intervenire predisponendo postazioni di lavoro ergonomiche che offrano maggiore comfort e accessibilità, oltre a fornire strumenti digitali che semplifichino la scrittura e l’utilizzo di tecnologie assistive avanzate per agevolare la partecipazione alle attività didattiche. Nel caso di uno studente con disabilità visiva, l’istituto scolastico può garantire l’accesso a materiali didattici in formato accessibile, come testi in braille, audiolibri o file digitali compatibili con screen reader, consentendo così un apprendimento più autonomo e inclusivo. Un ulteriore esempio può riguardare uno studente con disabilità uditiva, per il quale è possibile organizzare interventi di supporto specifici, come la presenza di interpreti LIS durante le lezioni, l’installazione di sistemi di amplificazione sonora o l’utilizzo di dispositivi tecnologici che facilitino la comprensione orale e la comunicazione.
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Diritto all’inclusione scolastica
Questi adattamenti, ben lontani dall’essere considerati dei privilegi, costituiscono un diritto fondamentale sancito dalla legge e risultano indispensabili per garantire una piena e autentica inclusione scolastica. È importante evidenziare, tuttavia, che tali accomodamenti devono essere stabiliti sempre nel rispetto del principio dell’onere sproporzionato. Questo significa che è necessario valutare con attenzione e precisione le risorse disponibili, mettendole in relazione alle esigenze specifiche e concrete dell’alunno, così da trovare un equilibrio tra ciò che è possibile realizzare e ciò che è necessario per assicurare il suo pieno diritto all’istruzione.
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